Ah, il sidro e l’idromele! Due bevande che sembrano uscite direttamente da un romanzo fantasy o da una serata in taverna con Asterix e Obelix. Ma non lasciatevi ingannare dal loro aspetto antico e polveroso: questi drink stanno vivendo una rinascita degna di un fenice alcolica!
Non il solito giro al bar
Iniziamo con il sidro, il ribelle frizzante del mondo delle bevande. Immaginate di prendere delle mele, convincerle a fare un bagno di fermentazione e voilà! Avete un drink che fa l’occhiolino alla birra ma mantiene un’aria da frutteto in vacanza. È come se un gruppo di mele avesse deciso di darsi alla pazza gioia e diventare “cool”.
Passiamo all’idromele, il nonno hipster di tutte le bevande alcoliche. Qui abbiamo il miele che decide di mettersi in proprio e diventare adulto. È come se le api avessero organizzato un rave nel loro alveare e il risultato fosse finito in bottiglia. Dolce, potente e con un retrogusto di “ho appena bevuto la storia”.
Dagli Dei agli hipster
Ora, preparatevi per un viaggio nel tempo più eccitante di un’avventura di “doctor who” (ma con più alcol e meno alieni… Forse).
Il sidro, cari miei, è come quel compagno di classe che è sempre stato popolare senza sforzarsi troppo. Nato in tempi antichi, ha attraversato i secoli come se niente fosse, passando dalle tavole dei contadini inglesi alle mani dei millennial in cerca di alternative gluten-free. È la bevanda che sussurra: “ehi, sono fruttato e alcolico, cosa vuoi di più dalla vita?”
L’idromele, d’altra parte, è il bad boy misterioso con un passato complicato. Bevanda degli dei nordici, elisir dei poeti e ora… Il drink preferito dai nerd che organizzano serate a tema “il trono di spade”. È come se thor avesse aperto un bar hipster nell’olimpo e tutti gli dei fossero diventati clienti abituali.
La battaglia delle generazioni (alcoliche)
Ed eccoci alla domanda che fa tremare i sociologi di tutto il mondo: sidro e idromele sono bevande per giovani o per anziani? Preparatevi a una risposta più contorta di un cavatappi dopo una serata di degustazione.
Il sidro si atteggia da giovane cool. Si presenta in lattine colorate, sfoggia nomi trendy e si fa selfie per instagram. È come quel cinquantenne che si veste da ventenne e frequenta i concerti indie: un po’ patetico, ma in fondo simpatico.
L’idromele, al contrario, è come quel nonno che racconta storie di guerra: tutti lo ascoltano affascinati, anche se metà di quello che dice non ha senso. I giovani lo bevono per sentirsi sofisticati, gli anziani per ricordare “i bei tempi andati” (quando probabilmente bevevano birra scadente, ma la memoria è selettiva).
In realtà, sidro e idromele sono come quei jeans vintage: passano di moda ogni due decenni solo per tornare più forti di prima, confondendo completamente il concetto di età anagrafica.
Filosofia in bottiglia, bevi, pensa, esisti
Ma andiamo oltre. Sidro in lattina e idromele non sono solo bevande, sono veri e propri stili di vita, filosofie liquide, se vogliamo.
Il sidro è l’epicureismo moderno. Ti sussurra all’orecchio: “goditi la vita, un sorso alla volta”. È la bevanda che ti fa sentire in armonia con la natura mentre sei seduto su un divano di pelle sintetica in un loft cittadino. È l’illusione perfetta di una vita bucolica per chi non distinguerebbe una mela da una pera al supermercato.
L’idromele, invece, è puro esistenzialismo nordico. Ogni sorso è una sfida: “osi affrontare il gusto dell’eternità?”. Ti fa sentire come se stessi bevendo la saggezza degli antichi, anche se l’unica cosa antica che stai davvero assimilando è probabilmente un mal di testa epico per il giorno dopo.
La cultura giovanile dalla cantina alla discoteca
Nel panorama della cultura giovanile attuale, sidro e idromele stanno vivendo una seconda (o forse terza, quarta?) Giovinezza. Sono diventati i drink di elezione per chi vuole distinguersi dalla massa di bevitori di birra e cocktail fluorescenti.
Il sidro si è reinventato come la bevanda perfetta per i picnic hipster nei parchi cittadini. Lo vedi in mano a gruppi di giovani che discutono di arte contemporanea mentre mangiano sandwich vegani su coperte a quadri. È diventato il simbolo di una ribellione soft: abbastanza alternativo da sentirti speciale, ma non così estremo da far preoccupare i tuoi genitori.
L’idromele, dal canto suo, è diventato la star delle serate a tema medievale e dei raduni di cosplayer. È la bevanda che ti fa sentire un guerriero vichingo anche se l’unica battaglia che hai mai combattuto è stata contro il correttore automatico del tuo smartphone. Lo trovi nei bar “segreti” dal design neo-gotico, dove i barman hanno più tatuaggi che clienti e il menu è scritto in rune.
Entrambe le bevande sono diventate un modo per i giovani di connettersi con un passato idealizzato, un’epoca in cui le cose sembravano più semplici (ignorando convenientemente la mancanza di wi-fi e antibiotici). Sono la risposta alcolica alla domanda: “e se potessimo mescolare la nostalgia con l’alcol?”.
Bevi responsabilmente, vivi epicamente
In conclusione, che siate giovani in cerca di autenticità o anziani in cerca di un tuffo nella gioventù, sidro e idromele hanno qualcosa da offrire a tutti.
Sono bevande che raccontano storie, che creano legami e, sì, che possono anche dare alla testa se non si sta attenti.
Quindi, la prossima volta che vi troverete davanti a una scelta al bar, perché non osare? Ordinate un sidro o un idromele. Potreste scoprire di avere molto in comune con un contadino medievale o un dio norreno. Ma ricordate: anche gli eroi delle saghe sapevano quando era il momento di smettere.
Bevete con moderazione, festeggiate con entusiasmo e, per l’amor del cielo, non provate a guidare un drago dopo aver bevuto. Salute!